La Tribuna del Salento, 18 dicembre 1975, p.14
LICEO CLASSICO DI MAGLIE
L’intervento al Liceo di Maglie si è articolato in due momenti della durata di tre giorni ciascuno: al secondo ha dato un contributo determinante Carlo Quartucci. L’intervento ha suscitato molte polemiche che, credo, possono costituire un utile punto di riferimento per tutti coloro che volessero realizzare a Maglie un’attività culturale stabile.
Quale cultura ?
Testimonianza di Prof.ssa Rina Durante, Segretaria Regionale del Sindacato Nazionale Scrittori.
I risultati del referendum hanno confermato un’immagine dal Salento che purtroppo conoscevamo, di regione isolata rispetto a certe correnti di rinnovamento che bene o male stanno •cambiando il volto dell’Italia.
Dicono questi risultali, che città ha recepito e fatto, proprie certe istanze, ma la campagna, la provincia, è rimasta fuori, chiusa nel suo terribile sottosviluppo economico e culturale, dominata dal clientelismo, da un cattolicesimo autoritario e bigotto. Soprattutto questi risultati dimostrano che neppure i partiti di sinistra riescono a dare un contributo apprezzabile: laddove -esistono amministrazioni di sinistra il quadro, sempre in ordine a questo test, non cambia.
Fa eccezione un paese come Melendugno, dove si dà il caso che sia nato prima il circolo studentesco di sinistra e dopo la sezione di partito, e dove la diffusione della stampa democratica ha preceduto, anche se in un ambito ristretto, quella di partito. Che cosa dobbiamo dedurre da ciò? Che la crescita democratica dei nostri paesi non può essere affidata soltanto all’azione dei partiti, soprattutto quando questa si limita al puro e semplice momento elettorale, ma passa attraverso un lavoro di dissodamento culturale, capillare, paziente, instancabile. Insomma, viene confermata l’importanza del lavoro sul fronte culturale di quei gruppi, organizzazioni, più o meno istituzionalizzati, più o meno spontanei, che grazie alla loro mobilità, disponibilità anche fisiche costituiscono delle vere e proprie unità culturali, capaci di svolgere un’azione di stimolo e di penetrazione fin nei paesini più sperduti.
Ho visto l’OISTROS in azione nel Liceo di Maglie, durante la visita di Quartucci, e devo ammettere d’avere dovuto rivedere un mio precedente giudizio, o meglio pregiudizio, riguardo ai gruppi universitari in genere.
In effetti, scegliendo il proprio campo d’azione nel sociale, al di là dello specifico, l’Oistros costituìsce oggi una grossa novità nel quadro delle strutture culturali che hanno finora operato nel Salento. Impegnati in dibattiti, in gruppi di studio, tesi nello sforzo di individuare insieme agli studenti magliesi i nodi dei .problemi che travagliano la comunità, i ragazzi dell’Oistros liquidavano in quelle ore, per sempre, un’immagine dell’intellettuale borghese al quale la provincia è sempre stata abituata e che Salvemini analizzò e descrisse così bene.
Questi ragazzi rendono oltretutto un gran servigio all’Università, che il suo staf dirigente, detto tra noi, non merita, se si tiene conto di certi episodi recenti di intolleranza politico-culturale.
Personalmente sono stata colpita dal loro stile di lavoro: con assoluta umiltà, ma forti di una ricchezza teorica accumulata attraverso una serie non breve di esperienze dirette, questi animatori teatrali non muovono se non dalla realtà che di volta in volta incontrano, e la loro azione consiste in un ricercare, procedere insieme aperto a tutte le prospettive che in quel particolare contesto possono maturare. Fuori di qualsiasi schema preconcetto, liberi da preclusioni culturali e psicologiche, essi si limitano a mettere in circolo la propria immagine del mondo, lasciando che siano gli altri a costruire con le proprie mani la propria alternativa.
Penso che l’attività dell’Oistros sia oltretutto l’unico modo valido di contribuire alla rifondazione di un teatro nella nostra regione.
Rina Durante