Edoardo Aslan era primario di Audiologia e foniatria e docente all’Università di Padova. Come delegato alla disabilità aveva contribuito alla fondazione del Coordinamento Nazionale Delegati alla Disabilità CNUDD. Di origine armena, fratello della scrittrice Antonia Arslan, autrice tra gli altri del romanzo La masseria delle allodole, portato sul grande schermo dai fratelli Taviani, Edoardo mi ha spinto a guardare nell’orrore nel primo genocidio del secolo breve.
Questi i versi che scrissi in occasione della sua morte.
Ve li propongo per l’anniversario dell’eccidio del popolo armeno.
Quando ti vidi per la prima volta
venirmi incontro storto
come tronco d’ulivo salentino
pensai: come può essersi raccolta
in quelle fibre sghembe
la sofferenza di tanti esseri umani
intrappolati nelle reti delle disabilità?Ma poi driblai la punta del tuo sguardo
e mi ritrovai in una spianata di lamenti
dove armenti d’uomini e donne
e vecchi e bambini sciamavano
sempre più lenti per sfuggire
agli affilati canini e agli stenti
seminati nelle pieghe del cuore d’Armenia.Tua sorella Antonia
aveva raccontato il genocidio
armeno e l’odissea degli arslanian
nella Masseria dove cantano le allodole
e aveva offerto suoni italiani
ai Mari di grano
solcati dalla penna di Daniel Varujan.E così ho capito in quale pozzo profondo
pescavano le tue radici per alimentare
la sete di diritti degli ultimi del mondo.
Un ultimo passo sbilenco
un ultimo timido sguardo
un ultimo verso ripiegato in singulto.
Addio Edoardo.