Era il Natale del 1998 quando a Torino, ancora studente, accadde qualcosa che cambiò la mia percezione della città (anche se per un periodo limitato). La storia delle Luci d’Artista a Torino racconta di un innesco visionario tra arte e politica che ha prodotto, almeno per me, nuove passeggiate in città. Due anni dopo, al cambio di millennio, l’artista Rafael Lozano-Hemmer, Città del Messico e Internet permettono di partecipare ad un’installazione pubblica all’aperto con luci robotizzate controllate dal pubblico connesso alla rete.
Quando due anni fa mi sono ritrovato ad un tavolo tecnico, scaturito da un “Protocollo d’intesa per la valorizzazione dei silos granari nelle aree portuali di Bari e Barletta” in cui sono coinvolti Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, Comune di Bari, Comune di Barletta, Casillo Group, Silos Granari della Sicilia e l’Accademia di Belle Arti di Bari, avevo in mente le sensazioni che ho provato passeggiando tra le opere d’arte con la luce a Torino e sull’importanza di progettare un’installazione all’aperto che, come nel caso dei Silos del Porto di Bari, pervadono lo skyline della città.
Era la prima volta che mi confrontavo con un’architettura urbana imponente e decisamente presente nell’orizzonte visivo dei passeggianti sul lungomare di Bari.
Il Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Bari, dove insegno dal 2010, mi chiese di preparare una relazione preliminare per valutare le possibili strade percorribili nel delicato processo della valorizzazione e rigenerazione urbana che investe la città di Bari, da presentare a tutti gli enti promotori del progetto.
Condivido qui alcune slide di quella giornata nel novembre del 2017.
Non avevo in mente nulla, se non un ventaglio di applicazioni possibili con la luce.
Mentre presentavo la ricerca capivo che le soluzioni formali avevano bisogno di un senso che solo il processo artistico può sviluppare.
Sognavo di poter avviare quel processo visionario che aveva portato l’arte e la politica al progetto di Luci d’Artista a Torino, vent’anni prima.
Dopo sei mesi di ricerche e sperimentazioni sul “controllo” della luce, finalmente l’idea di utilizzare i Silos come un orologio che batte il tempo della notte con la luce e i colori.
Questa è la video-simulazione con cui tutti gli enti hanno deciso di investire nell’idea di valorizzazione che ho chiamato “Orologio del Tempo Lungo”.
Di seguito alcuni passaggi della relazione.
“I Silos Granari diventano un Orologio luminoso che scandisce lo scorrere del tempo dal tramonto di un giorno, all’alba del giorno dopo, attraverso quattro rintocchi di luce che segnano il tramonto (rosso), le ventuno (verde), mezzanotte (blu), le tre del mattino (magenta). Al calar della sera, l’Orologio del Tempo Lungo rigenera l’architettura dei Silos Granari restituendo, al panorama della Città di Bari, una nuova destinazione dello sguardo sia per i cittadini residenti sia per le persone in transito.”
“I Silos Granari sono, da mezzo secolo, parte integrante del paesaggio visivo del Lungomare di Bari. L’architettura dei Granari si compone di due file con otto silos ciascuna. La prima fila è orientata a Ovest, in prossimità delle banchine di approdo di traghetti e navi da crociera, la seconda è orientata a Est ed è parte integrante dello skyline diurno e notturno della città. La maestosità dei silos (ogni fila delinea una superficie approssimabile a dieci campi da tennis) e la localizzazione nell’area portuale contribuiscono alla creazione di un nuovo rapporto visivo tra l’architettura esistente e le persone che la guardano a distanza o in prossimità. L’attività di stoccaggio e distribuzione dei graminacei è invisibile al pubblico, proprio come è celata sotto pelle l’attività dei nostri organi. I silos granari sono i polmoni di un territorio perché mantengono in vita la filiera che porta quotidianamente il pane alla nostra bocca. I silos si riempiono e si svuotano con interpretazioni che, nel passato, prefiguravano benessere e pace, quando pieni, oppure, carestia e guerra quando vuoti. Oggi, il respiro dei silos è più complesso perché coinvolge economie globali e tradizioni locali. La misura del pieno e del vuoto è un singolare attivatore sia di energie che attraversano gli oceani sia di informazioni che definiscono la percezione della realtà.”
“Viviamo nell’epoca dell’accelerazione in cui abbiamo assistito all’infiltrarsi nelle nostre vite di tempi progressivamente più brevi. Le millenarie campane che scandivano le giornate dei nostri antenati (prevalentemente contadini, pastori e pescatori) sono state sostituite, nel Dopoguerra, dai palinsesti televisivi e, in tempi più recenti, dalla comunicazione ultraveloce delle reti telematiche. L’accelerazione in corso sta agendo sui territori e sulle popolazioni come un terremoto che cancella il genius loci e come un diluvio di informazioni che rende obsoleto il presente: un tempo ora scandito dal ritmo incessante dei pollici che battono sullo schermo di un cellulare. L’arte ha il potere di cristallizzare lo spazio e il tempo in forme e processi che riescono a incastonarsi nella storia, diventando una mappa da consegnare alle generazioni future per rileggere lo spirito del tempo. Lo spirito del nostro tempo parla il linguaggio della scienza. Le leggi che governano l’universo delle particelle subatomiche sono le nuove metafore per interpretare, a livello di umanità, le complesse relazioni emerse, già a partire dalla seconda metà del Novecento, tra società, tecnologia e arte. Concetti astratti come energia e informazione sono diventati precisi misuratori della realtà, determinando una nuova dimensione cibernetica dove il controllo dell’energia e dell’informazione sono alla base dell’organizzazione del futuro. Energia e informazione sono i nuovi materiali con cui si confrontano scienziati e artisti nella creazione; i primi di gingilli tecnologici a disposizione di governi e multinazionali e, i secondi, di opere per elevare la consapevolezza sullo spirito di un certo tempo in un certo luogo. L’informazione “Orologio del Tempo Lungo”, titolo e funzione dell’opera, intende partecipare al processo di trasformazione urbana della città di Bari, avviato dalla geo-politica delle Smart City, con l’istallazione di un laser ad alta potenza che unisce la sommità dei Granari con la Torre dell’Orologio del Palazzo della Città Metropolitana, quale indicatore di un lasso di tempo che inizia alle nove di sera e si conclude a mezzanotte. Il messaggio che trasporta è multidimensionale poiché è scritto con l’idea di riappropriarsi di quel sentimento di un tempo lungo, legato ai cicli della Luna e delle stelle, necessario per affrontare le pressanti sfide di sostenibilità e innovazione.”
Il 3 dicembre 2018, l’opera viene ufficialmente presentata dal Sindaco di Bari durante il convegno “I Porti del Mediterraneo” organizzata da Assoporti nel Terminal Crociere del Porto di Bari.
Anche per quell’occasione avevo preparato una video presentazione.
Il passo successivo era la conferma da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali dell’idea di accendere, oltre ai fari, anche un laser che collegasse i Silos con la Torre dell’Orologio.
Sapevo che stavo osando troppo, infatti l’idea del laser è stata bocciata, mentre l’installazione dei fari era pertinente, anzi auspicabile.
Sono così iniziati i lavori di progettazione dell’opera con la ricerca di produttori italiani di luci per illuminiziane all’aperto di grandi dimensioni. Tra questi, la StudioDue di Viterbo sembrava avere il dispositivo adatto all’opera.
Insieme al produttore esecutivo e all’esperto di illuminotecnica, siamo andati a toccare con mano i loro prodotti ed in particolare quello che poi è diventata la macchina luminosa utilizzata (http://www.studiodue.com/architectural-lighting-fixtures/led-narrow-beam.html).
Il programma che gestisce l’installazione è stato scritto in Processing, il computer utilizzato è una RaspberryPi 3b+ e il segnale DMX è gestito tramite interfaccia USB (Enntec PRO).
Al tramonto di ieri, 14 Settembre 2019, l’opera è stata accesa per la prima volta.
Come artista spero di aver contribuito su due livelli di coscienza, quello dei passeggianti notturni (residenti e turisti) che intersecano lo sgurado con i Silos illuminati e quello degli enti propotori (la politica e l’industria) che hanno la responsabilità della gestione del futuro di un territorio.
Aver affidato all’Accademia di Belle Arti di Bari il compito di valorizzare i Silos con un’intervento artistico, l’ho percepito come un atto di valorizzazione dell’Accademia stessa nei confronti della città, in cui si è istituzionalizzata cinquant’anni fa.
Un’Accademia giovane in cerca della sua Itaca, in parte trovata a Mola di Bari, ma ancora senza una sede dignitosa a Bari.
L’accensione è avvenuta nel giorno dell’inaugurazione della 83esima Campionaria Generale Internazionale (Fiera del Levante) e, come già previsto nel protocollo d’intesa del 2017, l’opera è stata interamente finanziata da Casillo Group e Silos Granari della Sicilia.
http://www.orologiodeltempolungo.it