Il ritorno in Albania.
Il viaggio di ritorno in Albania
Il 25 Dicembre 2007 io ed Edison partiamo per l’Albania. Sono 8 anni che Edison non torna a casa. Io non ci sono mai stato. Partiamo insieme, con noi Mario, il regista, ci seguirà con la telecamera e Andrea, il fonico, capterà i rumori.
Decido di tenere un diario. Il viaggio durerà quasi dieci giorni.
Partiamo da Brindisi, alloggeremo a Fier a pochi passi da casa di Edison, Njupan.
Sono molto nervoso e pieno di aspettative. Non so come reagirà Edison alla vista di sua madre, del fratellino mai conosciuto, delle sorelle… non so se riconoscerà la sua casa, l’Albania.
La partenza è per me traumatica, decidiamo di partire proprio sotto le feste. A Lecce incominciano a giungere tutti i miei migliori amici per trascorrere le vacanze a casa. Io parto
Alessandro
La rosa marina
Navigo su una barca
vado nel cuor dell’oceano
prendo le pinne e mi tuffo
in un altro mondo,
dove i fiori sembrano esseri viventi,
vedo le rose con le punte velenose
che cercano ossigeno sulla sabbia fredda
sento sulla mia pelle vibrazioni,
dei pesci appena catturati
che cercano di liberarsi dalla rete.
Ci sono delfini che giocano con i corpi morti,
e gonfiati con il loro passato,
ci sono le loro anime che si nascondono
fra i corpi degli squali,
sognano le nuvole colorate.
Edison Duraj
Volevo partire.
Dicevo a mia madre di comprarmi le scarpe nuove. Io non sapevo che ci dovevamo bagnare…
Io sapevo che il viaggio era una cosa bellissima, che era un viaggio tranquillissimo.
E invece…
Quando parti devi essere ben vestito. Noi non avevamo molti soldi a casa mia.
Quel giorno che dovevamo partire, non mi hanno preso perché ero mal vestito, perché si vedeva che ero uno straniero.
Il giorno dopo mia madre mi ha comprato bei vestiti e belle scarpe. Io stavo attaccato a lei e le dicevo tante volte, ogni minuto ripetevo:
Mamma, mi devi comprare nuovi vestiti!
Lei diceva:
Domani.. Domani…
E intanto continuava a raccoglier peperoni
Giura! – dicevo io
Lo giuro!
Il giorno dopo mia madre mi ha comprato bei vestiti e belle scarpe.
E’ stato subito dopo aver letto queste poche righe che ho sentito per la prima volta la necessità di raccontare la storia di Edison, con ogni mezzo, ogni forza.
Edison a 9 anni decide di fare un viaggio rischiosissimo, i problemi da affrontare sono innumerevoli: trovare i soldi per partire, organizzare un viaggio incerto, affrontare la paura, raccogliere il coraggio di abbandonare i propri genitori, i propri amici.
Fu quella la prima volta che capì quanto ero piccolo nei suoi confronti.
Immaginai per diverso tempo, nei miei sogni, questo piccolo bambino, triste e abbandonato, sfortunato e vittima. Capì allora che Edison non era nulla di tutto questo. Edison non era l’immagine che io avevo di lui.
Ad Edison non gli fregava nulla dei problemi, era felicissimo il giorno della sua partenza, emozionato all’idea di solcare le onde con un bolide di plastica. Edison pensava solo ad una cosa. Un paio di scarpe nuove.
Là nella sua Fier le scarpe le davano solo ai grandi, i piccoli si devono fare i calli, imparare a camminare con i propri nudi piedi.
Edison voleva arrivare in Italia già da italiano, voleva i vestiti nuovi e le scarpe nuove, <<non voglio che mi vedano come albanese quando arrivo>> diceva.
Scarpe, scarpe e solo scarpe. Vedevo scarpe ovunque, i quei giorni. Andavo a passeggiare sulle rive del mare, così per schiarirmi le idee e quello che vedevo intorno a me erano solo cumuli di scarpe.
Le onde del mare schiumavano sulla riva appoggiando scarpe spaiate e la spiaggia su cui camminavo era una distesa di sassi scarpi- formi. Non mi ero mai reso conto di quante scarpe restituisce il mare a fine estate.
Ho spostato alcune immondizie e mi sono seduto su un frigorifero arrugginito dalla salsedine, guardavo il mare e mi pareva di scorgere Edison aggrappato ai lacci delle sue scarpe nuove mentre solcava il Canale d’Otranto. Non pensavo più a niente, solo scarpe nella mia testa!
Dove erano finiti i padroni di quelle scarpe? Chi ha perso quelle scarpe? Perché le hanno gettate via? Dove finiscono tutte le scarpe del mondo quando smettono di essere un paio unico? Forse in mare. Certo, finiscono tutte in mare. E vanno su e giù, da una sponda all’altra. Proprio come Edison, proprio come le scarpe di Edison.
Dovevo recuperare quelle scarpe, avevo deciso che da quel momento in poi il laboratorio avrebbe aiutato Edison a trovare le sue scarpe.