25 Dicembre. Ricordo a Rina Durante

Questa mattina, anniversario della morte di Rina, l’isola di Saseno, dove Rina ha trascorso una parte della sua infanzia, è apparsa sullo sfondo delle montagne dell’Albania.

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Per tanti Rina Durante può essere solamente un ricordo che sbiadisce nel tempo. Per noi dell’Oistros è una compagna di lavoro. Oggi più di ieri. Ancora di più domani. E non solamente perché è stata una delle fondatrici dell’Oistros, ma anche perché il suo metodo di lavoro costituisce per noi un punto di riferimento insostituibile per orientarci nel delicato percorso – perché irto di contraddizioni – alla ricerca di un senso del vivere nel Salento. Una lingua di terra con un grande futuro dietro le spalle. Anche le sue opere: i romanzi, le sceneggiature, le poesie, i saggi sulla letteratura e sulle tradizioni, sul vino e sull’olio, sulla rucola e il caviale sono scivolati in quel ‘grande passato’; è compito nostro riportarli nel presente e farli diventare lievito per il futuro. Quel futuro che, per usare una metafora pasoliniana, gl’inquilini dei Palazzi del Potere rosicchiano ogni giorno.
In uno dei manifesti dell’Oistros si chiedeva – ed eravamo nei primissimi anni Settanta – di “Liberare mani e scucire bocche”, una lotta che non è conclusa; forse ha assunto altre forme e richiede l’uso di altri strumenti, ma di sicuro richiede lo stesso impegno e la stessa determinazione di quando Rina e gli altri compagni dell’Oistros si battevano per liberare il tarantismo dal ghetto della superstizione popolare per riportare nel presente gli elementi di rivolta e di riscatto delle classi subalterne e delle donne, subalterne nelle classi subalterne. Liberare le mani che raccoglievano il tabacco e le ulive, che impastavano la farina, che pulivano le cicorie selvatiche e permettere loro di battere sul tamburello le angosce della vita. Liberare le bocche impastate di pianti e di preghiere perché potessero raccontare alla stisa l’incanto e il discanto del mondo. Liberare il corpo deformato dalla fatica perché potesse danzare i fremiti d’amore.
Rina, l’Oistros deve continuare a pungere e tu sei ancora insieme a noi.

I compagni dell’Ostros.